Ci sono momenti in cui ti trovi nell'evidenza di potere/dovere fare un’azione eppure un muro invisibile si frappone tra te e quell'azione.
Tutte le valutazioni lasciano pensare che nulla possa impedire la tua azione, razionalmente è alla tua portata e ne hai constatato l’assoluta giustezza/desiderabilità. Eppure sei incapace di agire, sei bloccato da catene che non vedi e che, quindi, ritieni non esistano, non puoi far altro che rinunciare tenendoti l’amaro in bocca. Quando questa dinamica si attiva ritorni ciclicamente nel tentativo dell’azione e nella frustrazione della inazione.
Sono molto particolari questi muri, non esistono eppure avverti la loro presenza; hanno fondamenta che affondano in profondità, la loro essenza ha radici profonde: queste radici esistono ma non il muro! Eppure la forza delle radici rende reale anche il muro che diventa ancora più difficile da superare di un muro reale perché con un ostacolo reale ti ci puoi confrontare.
Quando ti confronti con un muro immaginario difficilmente riesci a metterci una pietra sopra, ci ritorni, non puoi fartene una ragione, non riesci a negare a te stesso l’evidenza di quella assurdità.
Esistono due strade: una lenta ed una veloce. La prima ti chiede di capire per riuscire ad agire, ti impone di scavare e rintracciare l’origine di quelle radici e, una volta arrivato lì, riuscire finalmente a trovare lo spazio dell’azione. La strada veloce, invece, prevede che tu ti confronti con quel muro per quello che è – o meglio per quello che non è – e che lo attraversi; questa via è quella dell’agisci e poi capisci. Questi muri vanno superati facendo appello alla nostra creatività: sono generati dalle nostre fantasie e non possiamo che superarli facendo appello ad una fantasia altrettanto potente.
Beninteso non stiamo parlando di ogni genere di ostacolo: se credi di poter volare lanciandoti da un balcone e immaginando di battere le ali, finirai certamente con il battere a terra!