Le dinamiche che si generano all'interno del gruppo – che in ampia misura ne determinano i risultati – possono essere interpretate come le dinamiche che si muovono all'interno di un individuo.
Non tutte le organizzazioni sono nevrotiche per il solo fatto di accogliere manager nevrotici. L'attenzione va orientata a quelle organizzazioni “malate” che presentano scarso rendimento, nelle quali la gran parte del potere decisionale è accentrato nelle mani di un solo o di pochissimi manager di livello alto. Nel panorama aziendale che caratterizza il tessuto imprenditoriale italiano, fatto da moltissime imprese medie e medio-piccole, spesso di carattere familiare, queste riflessioni e questa modalità di lettura trovano ancor più terreno fertile di applicazione.
In società “sane”, invece, la varietà di stili e persone sono tali da non implicare una struttura, strategie e dinamiche determinate da un unico individuo o da una stretta cerchia di individui; in queste organizzazioni il potere è ampiamente distribuito e gli orientamenti sono determinati da manager con personalità diverse che garantiscono maggiore varietà e minore rischio di cristallizzazione di modelli rigidi.
L'organizzazione assume, in ogni caso, le caratteristiche di un essere vivente che, come tale, può ammalarsi. Si pone, a questo punto, la questione dell'origine del male: questo può venire dall'interno dell’organizzazione stessa e originandosi da una ipertrofia disfunzionale delle strutture difensive. Queste strutture nascono inizialmente come funzionali in quanto protettive di un equilibrio indispensabile alla sopravvivenza e, per questo motivo, non è possibile adottare un atteggiamento che ponga come obbiettivo la loro distruzione.
Una proposta di intervento che evoca fortemente l’intervento clinico psicoanalitico individuale si colloca a valle di una precisa diagnosi ed utilizza, come strumenti, colloqui individuali e lavori in gruppo; a questo approccio clinico è possibile accostare anche soluzioni più vicine all'intervento organizzativo di carattere strettamente consulenziale fatto di progetti, di modelli organizzativi e di sistemi informativi. Non manca la sottolineatura di quanto risulti essenziale lavorare a livello di prevenzione, effettuata soprattutto attraverso un'attenta selezione del personale.
La lettura e comprensione dei codici nascosti che determinano la cultura di una organizzazione diventa un elemento chiave nell'intervento in azienda. Non va mai sottovalutato, nell'approcciare una qualsiasi forma di intervento, un elemento centrale legato alla naturale dinamicità che vive in un gruppo e, in particolare, in un gruppo di lavoro: il gruppo si compone di individualità che entrano, con le proprie istanze, con i propri desideri ed, in generale, con i propri “occhiali”, all'interno di un “individuo più grande” – il gruppo - che è portatore dei suoi propri modelli e desideri ed esso stesso indossa degli “occhiali” attraverso i quali interpreta il mondo. Queste istanze possono concordare, in certi casi non incontrarsi, spesso collidere.
Le dinamiche che si generano all'interno del gruppo – che in ampia misura ne determinano i risultati – possono essere interpretate come le dinamiche che si muovono all'interno di un individuo.
La chiave di lettura proposta sta proprio nel cogliere la molteplicità negli individui che a loro volta compongono una unità – l’organizzazione – che è a sua volta molteplice.