A fronte di un progetto possiamo definire, come obiettivo, una certa crescita che preveda che certe funzioni ad oggi assorbite nelle sole risorse impiegate a quel momento, vadano ad un certo punto delegate a nuove risorse con un determinato livello di competenza, di capacità e determinate caratteristiche.
Qualunque scelta fatta all'interno del contesto aziendale che non sia frutto di una visione chiara dell’insieme corre il rischio di essere dettata dalle emozioni del momento. È frequente che tali decisioni si prendano perché motivate dall'urgenza, dalla paura, dalla fretta e così accade in molte dinamiche di scelta (o non scelta) in azienda.
Così accade, ad esempio, quando ci accorgiamo di aver bisogno di un aiuto nella nostra attività e cominciamo a cercare una persona quasi pescandola tra la folla, senza avere ben chiaro questa persona, questa risorsa in che modo dovrebbe aiutarci.
Questa consapevolezza non può che essere consolidata “in tempi di pace” quando la mente è libera e non si è costretti a correre ai ripari per un'emergenza. Questa consapevolezza è frutto di una mappatura puntuale delle funzioni aziendali non tanto per l'azienda così come è ma come può divenire perché va da sé che se non abbiamo ancora questa risorsa nel nostro staff e, ad un certo punto pensiamo di inserirla, stiamo pensando ad un cambiamento, a qualcosa che non c’è ancora; l'azienda con quella risorsa è diversa dall'azienda senza. Questo ci porta a dover immaginare necessariamente l’azienda in divenire e come potrebbe diventare non domani ma tra sei mesi, due anni, cinque anni.
Questa prospettiva temporale che include degli obiettivi precisi - che devono essere dichiarati! - può dare elementi più chiari per scegliere il “cosa” di cui abbiamo bisogno.
A fronte di un progetto possiamo definire, come obiettivo, una certa crescita che preveda che certe funzioni ad oggi assorbite nelle sole risorse impiegate a quel momento, vadano ad un certo punto delegate a nuove risorse con un determinato livello di competenza, di capacità e determinate caratteristiche.
Il rischio che si corre senza avere una tale visione è di trovare una persona più o meno competente rispetto a certe capacità ma senza sapere bene se stiamo cercando un esperto o un apprendista, un conservatore o un innovatore, ecc.
Rispetto alla mappatura, al disegno dell'azienda per come può diventare, come può evolvere, è importante definire quali sono le trame emozionali, quali gli assunti di base che sono collegati alla mission, alla vision, ai valori, alla cultura e, inevitabilmente, alla personalità del leader. Queste trame sono dei percorsi preferenziali nelle comunicazioni che avvengono all'interno dell'azienda tra i vari dipendenti e tra tutti i soggetti interessati a questi flussi; costituiscono una griglia all'interno della quale le persone vanno a posizionarsi trovandosi più o meno a loro agio, più o meno in risonanza col suono generale. Ancora una volta, se non c'è consapevolezza rispetto a questi temi da parte dell'imprenditore, questo rischia di valutare esclusivamente le capacità legate allo svolgimento dell’attività e genericamente a skills, hard o soft, che sono pensate come orientate esclusivamente al compito. Non ci si interroga invece sul quanto quella risorsa, quella persona sia al posto giusto: in questa valutazione andrebbero inclusi anche gli obiettivi personali della risorsa in una visione utile a garantire una dimensione dove gli obbiettivi personali siano in qualche modo allineati agli obiettivi aziendali e viceversa, lavorando in sinergia e non in opposizione.
Questo approccio sposta il focus dal trovare al cercare: non prendo ciò che trovo, ma cerco ciò che corrisponde ai miei obbiettivi.
Una riflessione per concludere: per tutte quelle volte che risulta troppo faticoso per l’imprenditore pensare con una prospettiva temporale tanto lunga, occorrerebbe fare una riflessione e chiedersi “sono io al posto giusto?”.